27 milioni di tonnellate di nanoplastiche: pericolo per il mare e per le persone!
Nuovi studi mostrano che nel Nord Atlantico esistono 27 milioni di tonnellate di nanoplastiche, con conseguenze di vasta portata per la vita marina.

27 milioni di tonnellate di nanoplastiche: pericolo per il mare e per le persone!
La quantità allarmante di rifiuti di plastica nel Nord Atlantico ha portato a un’intensa attività di ricerca negli ultimi anni. Un recente studio condotto dai ricercatori del Centro Helmholtz per la ricerca ambientale di Lipsia e del Centro oceanografico nazionale di Southampton mostra che si stima che nella parte superiore del Nord Atlantico si trovino circa 27 milioni di tonnellate di nanoplastiche. Questa scoperta è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista “Nature”, come riporta Tagesspiegel.
Le nanoplastiche, che derivano dalla decomposizione di oggetti di plastica più grandi come bottiglie e borse, non sono pericolose solo per l’ambiente, ma anche per gli organismi marini. Melanie Bergmann (AWI) sottolinea che queste minuscole particelle possono penetrare in un numero maggiore di organismi e nei loro tessuti, portando a gravi cambiamenti a livello cellulare. Ciò che è particolarmente preoccupante è che le concentrazioni di nanoplastiche nelle zone costiere sono fino a mille volte superiori a quelle del mare aperto. Ciò potrebbe avere effetti di vasta portata sull’ecosistema marino.
I rischi per la salute della vita marina
Lo studio identifica alcuni dei pericoli associati alle nanoplastiche. Questi includono crescita stentata, problemi riproduttivi, stress fisiologico e disturbi del sistema immunitario negli organismi acquatici. Un altro problema è l’effetto dannoso delle nanoplastiche sui cloroplasti delle alghe, che potrebbe ridurre il tasso di fotosintesi. Ciò potrebbe compromettere l’assorbimento di CO₂, che potrebbe ulteriormente esacerbare il riscaldamento globale, come sottolinea Geo.
Un risultato chiave dello studio mostra che i dati di misurazione provengono da dodici località del Nord Atlantico. I ricercatori hanno trovato diverse concentrazioni: vicino alla costa sono stati misurati in media 25 mg di nanoplastiche per metro cubo d’acqua, mentre a una profondità di 1.000 metri sono stati registrati solo 7,5 mg. Ciò suggerisce che le acque vicine alla superficie sono più contaminate di quelle profonde. Nelle profondità marine è stato rilevato solo il polietilene tereftalato (PET), ma non le plastiche ampiamente utilizzate polietilene (PE) e polipropilene (PP).
Necessità di azione politica
L’urgente necessità di misure politiche per ridurre il problema della plastica è sottolineata da Martin Wagner (NTNU). Nonostante le conoscenze sull’entità del problema delle nanoplastiche, la necessità di ricerca rimane elevata, in particolare per quanto riguarda gli effetti biologici di queste particelle. Mark Lenz (Geomar) mette in guardia dalla scarsa situazione dei dati sulle nanoplastiche, che rende difficile una valutazione completa della situazione.
Queste nuove conoscenze sulla distribuzione e sui pericoli delle nanoplastiche nel Nord Atlantico contribuiscono in modo significativo alla nostra comprensione dell’inquinamento globale da plastica ed evidenziano l’urgenza di intraprendere azioni immediate per proteggere e preservare gli ecosistemi marini.