L'ex consigliere comunale dei Verdi Kasek condannato per diffamazione!
Jürgen Kasek, ex consigliere comunale dei Verdi a Lipsia, è stato condannato per diffamazione: verdetto e retroscena in dettaglio.

L'ex consigliere comunale dei Verdi Kasek condannato per diffamazione!
Jürgen Kasek, ex consigliere comunale dei Verdi a Lipsia, è stato condannato per diffamazione dal tribunale distrettuale. Il giudice Ute Fritsch ha inflitto una multa di 100 tariffe giornaliere di 30 euro ciascuna. L'incidente che ha portato al verdetto è avvenuto dopo che Kasek ha definito un pubblico ministero un "agente provocatore" su Twitter. Questa dichiarazione ha portato il pubblico ministero a ricevere la protezione della polizia, sottolineando la gravità delle accuse. L’incidente va visto nel contesto dei disordini avvenuti nel “Giorno X” a Lipsia, previsti per il 3 giugno 2023. Quella manifestazione, venuta alla luce tra accuse di restrizioni alla libertà di riunione, si è conclusa con violenze e ha provocato il ferimento di 18 agenti di polizia.
Kasek è stato particolarmente colpito dagli incidenti nel suo ruolo di leader di una marcia per la libertà di riunione durante la manifestazione vietata. Un fermo immagine circolato su Internet mostrava il pubblico ministero e un investigatore mascherati nel cosiddetto “black block”. Kasek ha twittato che il pubblico ministero era “nel mezzo del black bloc” e lo ha accusato di aver adottato “misure illegali”. Col senno di poi, Kasek ha ammesso gli errori durante il processo ed ha espresso rammarico per i suoi commenti. La procura di Chemnitz aveva inizialmente accusato di diffamazione e chiesto una multa di 120 tariffe giornaliere di 25 euro ciascuna. Alla fine, tuttavia, la corte ha stabilito che Kasek non aveva diffuso consapevolmente fatti falsi, ma che aveva agito frettolosamente.
Diritto di riunione e discussione pubblica
L'impegno di Kasek per la libertà di riunione è stato un problema anche nella fazione del Partito dei Verdi, che ha chiesto informazioni sulle cosiddette passeggiate Corona. Questi raduni non registrati sono stati oggetto di discussione poiché alcuni sono stati ritenuti illegali. Kasek aveva espresso preoccupazione per il fatto che un trattamento ineguale delle denunce contro riunioni non annunciate potesse portare a una distorsione del diritto di riunione. Kasek ha avvertito che ciò potrebbe incoraggiare i gruppi a smettere di registrarsi e incontrarsi invece tramite i social media. Heiko Rosenthal, l'amministratore comunale responsabile del regolamento delle riunioni, ha spiegato che le riunioni senza preavviso si possono tenere purché non costituiscano una minaccia per la sicurezza e l'ordine.
Un'altra questione controversa sollevata da Kasek è stata la distorsione della raccolta delle statistiche. Ha fatto riferimento a una denuncia contro i leader sconosciuti di una protesta di sinistra in cui è stato falsamente descritto come un "capobanda" anche se quel giorno non si era registrato a una riunione. Kasek voleva che fosse chiarita questa ingiustizia, ma Rosenthal ha dato solo risposte vaghe e ha promesso un debriefing con l'ufficio dell'ordine pubblico.
La situazione di Kasek dimostra quanto controverso ed esplosivo sia attualmente a Lipsia il tema della libertà di riunione e di dichiarazioni pubbliche. Il caso rimane un esempio di come i commenti pubblici possano portare rapidamente a conseguenze legali e riaccendere il dibattito sui limiti della libertà di espressione.
 
            